Il Progetto

Il numero speciale Kadmos Info 5 è parte integrante del progetto di ICM “HUMUS. GENIUS. NEXŬS. Dalla ceramica di Andrea Parini all’artigianato 4.0. Un laboratorio tra Mitteleuropa, Balcani e Mediterraneo”, sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell’avviso “Creatività”.

Fondato sulla vocazione e la missione di ICM, “HUMUS. GENIUS. NEXŬS” è un progetto sul rapporto tra “sapere” e “saper fare”, focalizzato su due obiettivi:

  1. Contribuire con strumenti culturali alla valorizzazione e al rilancio dell’artigianato ceramico che ha avuto il suo periodo di gloria a Gorizia, quando a dirigere la locale Scuola d’Arte fu il siciliano Andrea Parini, da molti considerato il più grande ceramista italiano del Novecento. Attraverso la figura del Parini e gli stimoli del progetto, il Liceo Artistico di Gorizia ha dialogato con quelli di Caltagirone (Catania), Nocera Inferiore (Salerno) e Nove (Vicenza), per dar vita al Concorso-Mostra di design ceramico “Gorizia senza confini”. Oltre novanta studenti da quattro Regioni d’Italia si sono cimentati con proposte creative, che si auspica possano concretizzarsi in manufatti e prototipi nel contesto di GO! 2025.
  2. Approfondire il circolo virtuoso tra HUMUS (la natura-cultura propria di un territorio), GENIUS (lo spirito creativo necessario per innovarsi quando, dove e come serve) e NEXŬS (la connessione con altre realtà, fuori dei propri confini, per far crescere la propria esperienza).
    Questa “indagine” è stata condotta in tre numeri speciali di Kadmos Info, l’Informatore di ICM, sia attraversando territori del Friuli Venezia Giulia che raccontano storie emblematiche di eccellenza in campo artigianale, sia testimoniando le fertili connessioni scaturite dal Concorso “Gorizia senza confini”.
    – Kadmos Info 4.  Speciale HUMUS. Il legno di Sauris-Zahre, la pietra di Aurisina-Nabrežina;
    – Kadmos Info 5. Speciale GENIUS. Le lame di Maniago, i mosaici di Spilimbergo;
    – Kadmos Info
    6. Speciale NEXŬS. Il Concorso “Gorizia senza confini”.

Un progetto, dunque, di “divulgAZIONE creATTIVA”, che porta cultura e conoscenza, e attraverso questi strumenti incentiva sia la creatività in campo artigianale, sia la curiosità di esplorare e approfondire – anche reciprocamente – terre di grande bellezza della nostra Regione, improntate da un forte genius loci.

Speciale GENIUS
Le lame di Maniago, i mosaici di Spilimbergo

Attingendo dal Dizionario Treccani, il “genio” era “nella mitologia pagana, lo spirito, buono o cattivo, che presiedeva al destino degli uomini dalla nascita alla morte, e anche lo spirito che aveva sotto la sua protezione una città, un popolo, una nazione”, una sorta di “nume tutelare”, secondo quell’accezione da cui si ricava l’espressione “genius loci”. Nell’evolversi del suo significato la parola “genio” ha finito per suggerire quella “forza astratta cui si attribuiscono certi eventi della nostra vita o l’ispirazione di risoluzioni prese”, sino a essere assimilata al concetto stesso di talento, di attitudine a fare qualcosa di specifico, con azioni di rottura, fuori degli schemi. Il genio creativo è stato così progressivamente associato all’idea d’innovatività in un determinato campo.

Maniago e Spilimbergo – l’una come Città del Coltello, l’altra come Città del Mosaico – sembrano soddisfare questa molteplicità semantica della parola “genio”: in entrambi i luoghi, infatti, ormai da secoli in molti fanno bene cose simili, come se una misteriosa presenza spirituale aleggi su queste “Comunità di lavoro” mantenendole nel binario di un destino. Tuttavia, osservando più da vicino il modus operandi dei magistrali artigiani che lavorano da queste parti, è facile capire come la loro fortuna sia profondamente legata alla capacità di cambiare, di “tradire la tradizione”, di continuare a fare qualcosa di vecchio in modo sempre nuovo. Come ci è stato spiegato al Consorzio Coltellinai di Maniago, qui l’arte metallurgica delle lame è cominciata nel Medioevo con le spade e gli attrezzi agricoli, e continua oggi con i coltelli outdoor o gli strumenti odontoiatrici. Qui s’inventano tecnologie, sistemi di produzione, varianti infinite dei prodotti.

Il lavoro del fabbro ricostruito nel Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago.
Foto di Daniele Tibaldi

E anche Spilimbergo non scherza, in quanto a creatività: i celebrati terrazzieri locali, abituati a destreggiarsi per secoli con i mosaici lapidei dei pavimenti in seminato della Serenissima, hanno saputo confrontarsi con altrettanto ingegno con le tecniche del mosaico vitreo e aureo di bizantina memoria. Hanno contribuito a innovarle tra XIX e XX secolo, diventando protagonisti del rilancio dell’arte musiva in tutto il Pianeta. Del resto, a Maniago, a Spilimbergo e nei limitrofi territori, si è abituati da tempi immemorabili a confrontarsi con il mondo, sia percorrendo le dure strade dell’emigrazione, sia accogliendo artisti che hanno portato influenze dal Veneto, dal Ticino, dalla Germania. La “tedesca” Spengerber già dal Medioevo è stata crocevia commerciale-culturale tra Venezia e il Norico. E in epoche molto più recenti Maniago ha saputo ridare slancio alle sue coltellerie, guardando fuori dell’Italia: i primi passi sono stati mossi proprio verso Paesi dell’Europa Centro-Orientale, come Germania e Jugoslavia, per poi proiettarsi e trovare nel nuovo Millennio stimoli creativi nel mercato americano. “Re-born in the USA”, si potrebbe dire oggi.

Al lavoro nella Scuola Mosaicisti Friulani di Spilimbergo.
Foto di Romeo Pignat
Per la realizzazione di questo numero si ringraziano per la collaborazione:
Consorzio Coltellinai di Maniago – Partner ufficiale del progetto
Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo – Partner ufficiale del progetto
Friul Mosaic Srl di Valvasone
Mostra “Da li mans di Carlin” di Frisanco
Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago