ICM

“Fratelli”, “bratje”, “fradis”, “Brüder”, “brothers è la parola essenziale che sintetizza le radici, le motivazioni e gli orizzonti dell’esperienza autenticamente goriziana degli Incontri Culturali Mitteleuropei, dalla sua fondazione nel 1966.

“Gorizia non era il nome di una vittoria – non esistono vittorie sulla terra se non per illusione sacrilega – ma il nome di una comune sofferenza, la nostra e quella di chi ci stava di fronte e che dicevamo il nemico, ma che noi, pure facendo senza viltà il nostro dovere, chiamavamo nel nostro cuore fratello.”
Giuseppe Ungaretti,
I Incontro Culturale Mitteleuropeo,
maggio 1966

FRATELLI, PER UN DIALOGO SENZA CONFINI

ICM – Istituto per gl’Incontri Mitteleuropei di Gorizia (www.icmgorizia.it)

L’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia è nato a Gorizia nel 1966 per iniziativa di un gruppo di amici, intellettuali, amministratori pubblici e imprenditori riuniti al Centro culturale “Stella Matutina” dei Padri Gesuiti, nel Centro Studi “Sen. Antonio Rizzatti” di Gorizia e della rivista “Iniziativa Isontina”. Questo gruppo formalmente organizzò i primi convegni internazionali, a cominciare da quello del 1966 dedicato alla poesia, che vide la partecipazione di poeti e intellettuali da sei Paesi europei (Austria, Cecoslovacchia, Germania, Italia, Jugoslavia, Ungheria) con ospite d’onore Giuseppe Ungaretti. L’obiettivo di questi Incontri, ieri e oggi, è ricomporre un tessuto di rapporti, valori e tradizioni disarticolatosi a seguito della prima e poi della seconda guerra mondiale. Operando su un piano più alto di quello politico o economico, si è scelta la cultura come mezzo per abbattere i muri, invisibili e non.

Costituitosi in associazione legalmente riconosciuta, negli ultimi cinquant’anni l’Istituto ha perseguito tale scopo con una concreta e costante opera di dialogo tra est e ovest, nord e sud, mondo latino, slavo e tedesco, scegliendo come cornice Gorizia. Organizzando convegni internazionali di studio, mostre, seminari, festival cinematografici, eventi musicali.
La formula della Mitteleuropa, dell’Europa di mezzo, o dell’Europa come mezzo, non è stata scelta a motivo di nostalgie asburgiche o vaghe aspirazioni pangermaniche, bensì quale evidenza simbolica per esprimere il senso di appartenenza a un comune destino dei popoli centro-europei, l’esigenza della fraternità, della circolazione delle idee e del sapere, l’aspirazione a un’elevazione del modello democratico e la determinazione a una progettualità condivisa.
Anche dopo il 1989, con la caduta dei muri e delle barriere, nella prospettiva dell’allargamento dell’Unione Europea, tale impegno non è venuto meno; anzi, è reso ancor più urgente dalla necessità di offrire un’interfaccia culturale tra elaborazione scientifica ed accademica, memoria, progettualità politico-istituzionale e società civile, in grado di tradurre e sviluppare tutta la potenzialità culturale dell’ambito centro-europeo.
In decenni di attività l’Istituto si è ritagliato il ruolo di qualificato forum di studi e ricerche, dibattiti, convegni, presentazioni di libri, mostre, lezioni e conversazioni sul centro Europa, grazie anche alla sinergia con le Università di Trieste e di Udine nel frattempo insediatesi nel territorio goriziano.

Ha sviluppato un’ampia rete di collaborazioni anche con università straniere, consolati e centri culturali, promuovendo una nuova immagine, dinamica e costruttiva, del ruolo della cultura mitteleuropea con un approccio interculturale e multidisciplinare.

È oggi promotore del Distretto culturale europeo GOmosaico, che ha il suo cuore nel Goriziano, e ha rilanciato la storica rivista Kadmos come strumento privilegiato di rete e di dialogo tra cultura, impresa e creatività.

Manifesto ICM in Italiano

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