Un dettaglio di una delle colonne del Parini dedicate alla Provincia di Gorizia, con una rappresentazione “visionaria” del Porto di Monfalcone.
Foto di Daniele Tibaldi

All’entusiasmo e alla determinazione di Ivan Crico – insegnante, artista, poeta – dobbiamo in buona parte il successo del Concorso “Gorizia senza confini”, che ha subito coinvolto gli studenti del Liceo di Gorizia, propagando questa iniziale energia positiva anche alle altre Scuole. A lui abbiamo chiesto un’opinione “dall’interno” di questa esperienza.

Andrea Parini, uno dei più importanti esponenti dell’arte ceramica del Novecento italiano, dal 1966 al 1975 diresse l’Istituto Statale d’Arte di Gorizia, ora Liceo Artistico “Max Fabiani”. Un’artista ed educatore innovativo, ancor oggi ricordato con grande ammirazione e simpatia dai suoi ex alunni, come ci ha raccontato l’architetto Paolo Bressan, storico docente del nostro istituto e membro della giuria del premio a cui abbiamo deciso di partecipare assieme ad altri licei artistici della nostra penisola.

L’avventura terrena di Parini si concluse proprio in questo estremo lembo di terra del Nord Est – come la sua nativa Sicilia da sempre spazio di convivenza tra diverse genti e culture – e venne sepolto nella tomba di famiglia, disegnata dall’amico Gio Ponti con la dedica: “Maestro nell’arte sua alla quale dedicò la vita”.

Il fortunato ritrovamento della sua splendida opera dedicata alle peculiarità del territorio che lo aveva ospitato nei suoi ultimi anni di vita, è stata l’occasione per tornare a valorizzare questo artista come merita, mettendo in primis in contatto le nuove generazioni con i suoi progetti creativi che sono un inno alla vita, con i suoi colori sempre sgargianti, la celebrazione della varietas del mondo con forme plasmate da incessanti metamorfosi.

Un dettaglio di una delle colonne del Parini che testimonia la creatività e l’uso del colore che contraddistinguono l’opera del ceramista siciliano.
Foto di Daniele Tibaldi

Il premio ideato dall’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei, e di questo dobbiamo sentitamente ringraziare gli organizzatori, non si limita alle classiche dinamiche che contraddistinguono questo tipo di manifestazioni concorsuali, ma mira a fornire a tutti i partecipanti una coscienza più ampia dei legami – spesso sconosciuti – tra la storia passata e il nostro presente, decidendo ad esempio di far conoscere ad allievi e docenti un territorio quasi del tutto sconosciuto, come il cosiddetto “Goriziano storico”, che non comprende solo la provincia di Gorizia ma si estende anche in Slovenia. Città e paesi, al di qua e al di là del confine, un tempo in continuo dialogo, dove sono nati alcuni tra i più grandi artisti ed intellettuali del Novecento, dal filosofo Michelstaedter al grande architetto Max Fabiani, dal celebre traduttore Ervino Pocar al pittore Anton Zoran Mušič, come hanno ben sottolineato, in videoconferenza con gli altri licei, la nostra collega di Storia dell’Arte Franca Marri e il docente di Architettura Paolo Bressan, il vicepresidente dell’ICM Nicolò Fornasir, lo storico Daniele Tibaldi, mentre il prof. Ivan Crico ha offerto una descrizione della straordinaria varietà linguistica del territorio goriziano, dalla parlata gradese al tedesco della comunità autoctona ancora presente nel capoluogo.

Ivan Crico, secondo da sinistra, dialoga con Nadir Stringa, presidente di giuria del Concorso “Gorizia senza confini”.
Foto di Daniele Tibaldi

Le classi del Liceo Artistico di Gorizia coinvolte nel concorso, coordinate dalla prof.ssa Michela Appugliese, docente di discipline progettuali architettoniche e dal prof. Ivan Crico di discipline grafiche, si sono concentrate sul rapporto tra forma e decorazione, coinvolgendo gli allievi della sezione di Architettura per progettare, con tecniche tradizionali ma anche con programmi di modellazione 3D, una serie di vasi improntata su linee essenziali, ispirate al design contemporaneo. Un lavoro di gruppo, portato avanti in continuo e stretto contatto con gli allievi di Grafica, in cui la decorazione non è intesa come un semplice rivestimento, ancorché prezioso, ma come una insostituibile epidermide generata dalla forma che la accoglie, in una simbiosi assoluta. Crediamo che il messaggio ancora attuale di Parini sia quello di non accontentarsi mai di ciò che sappiamo, rischiando di fare scontati calchi di idee già pensate, ma di cercare di spingersi sempre oltre, sperimentando e cercando di lasciare una testimonianza della novitas che ogni individuo, nella sua unicità, incarna nella storia del mondo.

I progetti presentati dagli allievi del Liceo di Gorizia si sono distinti per la profonda elaborazione concettuale.
Foto di Daniele Tibaldi