La ceramica di Caltagirone pervade profondamente la città siciliana, come testimoniano le raffinate decorazioni del giardino pubblico della Villa comunale.
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Nel terzo numero di Kadmos dedicato al Progetto “Humus. Genius. Nexŭs”, la redazione ha voluto riservare uno spazio speciale a ciascuno dei quattro Licei partecipanti al Concorso “Gorizia senza confini”. È un omaggio non solo all’impegno delle quattro Scuole coinvolte, ma anche al valore e all’unicità di vocazioni e tradizioni radicate nei territori di appartenenza ed espresse nel Concorso con peculiari impronte di stile, di cultura, di metodo di lavoro, che hanno contributo a creare un quadro d’insieme di straordinaria varietà e di stimolante vitalità.

A ogni Scuola è dunque dedicata una descrizione sintetica con le seguenti voci:

    • il contesto della Scuola;
    • la storia e lo spirito della Scuola;
    • il contributo della Scuola al Concorso;
    • il progetto vincente e la motivazione;
    • i progetti menzionati.

Incerti sulla categoria in cui collocare questi articoli quasi concepiti come “schede tecniche”, si è optato infine per “FUTURI”, perché ogni Scuola, grazie ai lavori elaborati dagli studenti, ha portato nel Progetto semi di futuro e un proprio mattone d’impegno per un futuro condiviso.

Liceo Artistico “Bonaventura Secusio” di Caltagirone

Il contesto della Scuola

Caltagirone ha origine antichissime. Come testimoniano alcune limitrofe necropoli, il suo territorio fu abitato fin da epoche preistoriche, accogliendo successivamente siculi, greci, saraceni, genovesi, normanni, svevi, angioini, spagnoli… Anche la lavorazione della ceramica risalirebbe alla storia più remota di Caltagirone, grazie alla materia prima garantita dal terreno argilloso e come documentato dagli innumerevoli reperti conservati nel Museo Regionale della Ceramica istituito nel 1965.

Il nome stesso della città siciliana, secondo alcune interpretazioni, potrebbe derivare dal saraceno “Cal’atGhiran” (“Castello dei vasi”), a probabile conferma di un artigianato già consolidato durante la dominazione araba.

Rasa al suolo dai due terremoti del 1592 e del 1693, Caltagirone fu ricostruita nello stile barocco che connota questa parte della Sicilia sud-orientale, facendone oggi una delle città della Valle di Noto diventate Patrimonio dell’Unesco.

Proprio a partire dal Settecento, la ceramica di Caltagirone con i suoi caratteristici motivi floreali e le più rare raffigurazioni religiose, cominciò a essere impiegata non solo nella produzione di manufatti, ma come arredo urbano e nella decorazione monumentale, impregnando profondamente la città e contribuendo al suo prezioso tono estetico, come testimonia la spettacolare scalinata policroma di Santa Maria del Monte, immagine di Caltagirone famosa nel mondo.

La celeberrima Scalinata di Santa Maria del Monte a Caltagirone, lunga 130 metri e costruita agli inizi del XVII secolo per collegare la città vecchia a quella nuova. Tutte le alzate degli scalini sono magistralmente rivestite di maiolica policroma.
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La storia e lo spirito della Scuola

Dopo la sua gloriosa stagione nel XVIII secolo, l’artigianato della ceramica a Caltagirone cominciò a declinare nel corso dell’Ottocento. Per mantenere viva questa prestigiosa e plurimillenaria tradizione e insieme contribuire allo sviluppo socio-economico del territorio, cominciò a farsi strada l’idea di creare una Scuola che sistematizzasse, tramandasse e aggiornasse con nuovi metodi un patrimonio unico di sapere e di saper fare.

Il progetto prese corpo nel 1918, con l’apertura della Scuola di Ceramica, fortemente voluta in particolare dal figlio più di noto di Caltagirone: quel Don Luigi Sturzo, passato alla storia d’Italia come fondatore del Partito Popolare Italiano, ma che si distinse anche per l’impegno civile, sociale e culturale a favore della sua città natale, dove costituì una Cassa Rurale e una mutua cooperativa.

Don Luigi Sturzo (Caltagirone, 26 novembre 1871 – Roma, 8 agosto 1959), figura emblematica della città di Caltagirone e della storia italiana del Novecento. A lui soprattutto si deve la fondazione della Scuola di Ceramica della sua città natale, voluta come strumento di crescita economica, sociale e culturale del territorio.
Foto di autore ignoto

Diventata successivamente Liceo Artistico “Don Luigi Sturzo”, la Scuola è confluita nell’anno scolastico 2016/2017 nel Liceo Statale “Bonaventura Secusio”, già erede dell’antico Collegium Studiorum fondato a Caltagirone dai Gesuiti.

Collocato nel centro storico, nei locali dell’ex monastero di San Gregorio, il Liceo mantiene ancora oggi una forte impronta laboratoriale, fedele allo spirito originando dell’Istituzione. Qui si coniugano teoria e pratica, con strumenti didattici e tecnici innovativi. E al proprio interno la Scuola ospita un’Aula Magna, una pregevole Biblioteca, il MECC-Museo delle Espressioni Ceramiche Contemporanee, una sala mostre e spazi espositivi, un’aula multimediale e moderni laboratori: di arte ceramica, di decorazione, di restauro, di analisi dei materiali ceramici. Un Liceo, dunque, che mantiene forti legami con la tradizione artigianale del territorio.

Il contributo della Scuola al Concorso

La partecipazione del Liceo di Caltagirone al Concorso “Gorizia senza confini” si è “limitata” a due progetti di gruppo, che si sono tuttavia distinti per completezza, articolazione e impostazione attenta allo sviluppo del lavoro in ogni sua fase. La profonda analisi culturale del contesto goriziano, con gli strumenti tipici di un Liceo, si è sposata con l’accurata proposta progettuale e artistica, e con la descrizione analitica delle lavorazioni, prospettata in un’ottica d’industrializzazione. Un esempio di come la Scuola italiana possa e sappia coniugare conoscenza ed esperienza, innovazione e tradizione, attraverso il valore del gioco di squadra e l’incontro armonioso di vocazioni e di specializzazioni.

Progetto selezionato e 2° Premio assoluto

Totem/Scultura
Asia Milazzo, Manuela Patti,
Flavia Terranova – 5a BA

Motivazione:

“Una proposta scultorea frutto di approfondito e molteplice studio: concettuale, artistico, tecnico e dei processi produttivi descritti nel dettaglio. Forte e armonioso l’impatto d’insieme, la capacità di fondere formalmente, con la maestria del disegno e dei colori, molteplici simboli tratti dalla storia e dal paesaggio del Goriziano, sapendoli collegare in modo denso e significativo.”

Menzione speciale

Silvia D’Alcantara, Sharon Privitello – 5a BA