Le Valli del Natisone-Nediške Doline prendono il nome dal fiume che le percorre e costituiscono un eccezionale territorio di frontiera con peculiari caratteristiche etnolinguistiche e storico-culturali che rendono speciale quest’angolo del Friuli orientale, posto ai confini con la Slovenia, tra due luoghi carichi di storia: Cividale del Friuli, gemma d’arte con i suoi monumenti longobardi diventati Patrimonio dell’Umanità Unesco. Kobarid-Caporetto, polo turistico prealpino, lambito dal magnifico fiume Isonzo-Soča, con il suo Ossario e il suo celebre Museo storico dedicato alla Prima guerra mondiale, che qui segnò uno dei suoi momenti più drammatici.

Nelle Valli del Natisone si parla un antico dialetto slavo, il nediško, che si differenzia dallo sloveno standard, sia per i suoi tratti arcaici, sia per le sue successive contaminazioni con il friulano. Più che alla sfera dell’Impero austro-ungarico, la storia di questa comunità slava è profondamente legata al mondo latino, essendo stata per secoli prima sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia, poi sotto quello della Repubblica di Venezia. Lo testimoniano i vari nomi attribuiti nel corso del tempo alle Valli del Natisone: Schiavonia veneta sopra Cividale, Slavia Veneta, Slavia Italiana, Slavia Friulana, Slavia del Friuli e, più recentemente, Laška Žlavija…

Il sito simbolo di queste valli, per la complessità di storie e leggende che emana, si trova nella piccola frazione d’Antro del Comune di Pulfero. È la Grotta di San Giovanni d’Antro/Landarska Jama, un gioiello rupestre che offre una sintesi densa e spettacolare di natura, storia, arte, mito e fede. La Grotta è un complesso mondo ipogeo, ancora vivo e modellato dall’acqua, che si snoda su più livelli e per oltre cinque chilometri nelle viscere del Monte Mladesiena, con laghetti, saloni, meandri e profondi camini.

Frequentata dall’Ursus spelaeus, abitata dai cacciatori del Neolitico, fortezza inaccessibile durante la dominazione romana, forse luogo di culto ariano, la Grotta diventò sede di monaci bizantini già in epoca pre-longobarda. Oggi, con la sua chiesa rupestre tardogotica, l’altare barocco, i simboli che rimandano a misteriose presenze dai Celti ai Templari, la Grotta di San Giovanni d’Antro è un unicum in questa parte d’Italia e d’Europa.

Riaperta al pubblico nella primavera del 2022 e oggi gestita dall’Associazione culturale e socio assistenziale Tarcetta, la Grotta offre un percorso turistico che consente di ammirare i suoi tesori artistici e si snoda per circa trecento metri in un suo ramo naturale con presenza d’acqua (informazioni aggiornate sulle visite guidate sono nel sito http://www.grottadantro.it/dove-e-quando/).

La riapertura primaverile della Grotta è stata accompagnata da una grande novità per questo territorio, che amplia l’offerta turistico-culturale della Regione Friuli Venezia Giulia: la prima edizione di Estate in Antro (http://www.grottadantro.it/estate-in-antro-2022/).

Questa manifestazione lancia la Grotta come fulcro e teatro di eventi culturali e sportivi che traggono forza e suggestione dal luogo, inserito in un fitto bosco, ai piedi di una parete roccioa e accessibile con un comodo sentiero di circa cinquecento metri.

Gli Appuntamenti con lo sport sono gestiti da Vallimpiadi, che propone esperienze sportive per tutte le età immersi nella natura: da avventurose esplorazioni speleologiche ad arrampicate sulla falesia, da gite a tema in e-bike a passeggiate sulle orme della mitica Regina Vida.

Gli Appuntamenti con la musica, l’immagine e il pensiero riportano l’uomo al centro della scena della Grotta, con otto eventi da maggio a settembre, che ci calano in molteplici dimensioni artistiche e culturali: dalla musica all’arte “in diretta”, dal teatro al pensiero poetico. La direzione artistica è a cura di Moreno Miorelli, “anima” di Stazione di Topolò-Postaja Topolove.

Tra i protagonisti le voci virili della Schola aquileiensis; Cosimo Miorelli con un live painting  accompagnato dal musicista Antonio Della Marina; Federico Núñez e Ana Ligia Mastruzzo con le loro musiche argentine; il noto attore Marco Paolini con il suo spettacolo Gli Antenati. The grave party; il pianista Armando Battiston che si esibirà in un concerto per organo portativo; il Coro Polifonico S. Antonio Abate di Cordenons e il paesologo Franco Arminio – scrittore, poeta, documentarista – che porterà un’illuminante riflessione sulle zone disabitate e i piccoli paesi che si stanno spopolando, e sulla ricchezza di storie e tradizioni che dovrebbero essere tramandate alle nuove generazioni.

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Un programma e un progetto – quello di Estate in Antro – in profonda sintonia con lo “spirito del luogo”, come ha testimoniato anche l’evento inaugurale della Rassegna, articolata in due momenti: il primo un omaggio a Dino Menichini, scrittore nato a Stupizza, frazione di Pulfero, curato dalla poeta Antonella Bukovaz accompagnata dalla tromba di Sandro Carta. Il secondo la visione del cortometraggio Vida, che ricostruisce il leggendario assedio di Attila alla Grotta di Antro, rifugio della popolazione locale guidata dall’astuta regina Vida. L’opera è la tesi di laurea di Pietro Cromaz, giovanissimo autore delle Valli formatosi all’Università di Nova Gorica, ed è prodotta da Kinoatelje-Gorizia: la Grotta ritrova così le sue radici mitiche, attraverso uno sguardo locale e attuale.