Ana Toroš
INTERVENTO DELLA TERZA SESSIONE
Potete seguire questo intervento e quello degli altri relatori della III sessione, a partire dalle ore 10.00 di venerdì 26 novembre 2021
Alojz Gradnik e le terre di confine. Sintesi.
In questo articolo segnaliamo il percorso di Alojz Gradnik (1882-1967), poeta e traduttore al crocevia di lingue e culture dell’Europa centrale. Alojz Gradnik è nato a Goriška Brda, che oggi è separata da Gorizia dal confine di stato internazionale tra Slovenia e Italia. Durante la giovinezza di Gradnik, questa regione era sotto il dominio austro-ungarico. Gradnik si è quindi diplomato al liceo tedesco di Gorizia e ha studiato legge a Vienna. Il suo processo educativo si è svolto in tedesco. Nel suo ambiente familiare, le cose erano diverse. Gradnik nasce in una famiglia etnicamente mista, con madre friulana e padre sloveno. Non conoscendo parenti da parte di padre, era molto legato ai suoi parenti friulani e imparava il friulano da bambino. Tra lui e la cugina materna, Maria Samer, che viveva a Trieste, si sviluppò un legame particolarmente forte. Gradnik ha tenuto una corrispondenza intensa con lei durante il suo soggiorno a Zagabria negli anni ’30, dove ha lavorato come uno dei giudici principali dell’ex Jugoslavia. Tra le altre cose, Maria Samer lo aiutò a raccogliere materiale per il suo lavoro di traduzione e tradusse le sue poesie in italiano. Da studente, negli anni precedenti la disgregazione dell’Austria-Ungheria, aveva già iniziato a riflettere sulla sua posizione interculturale tra le culture slave e romanze, sulla sua doppia eredità culturale. Fu particolarmente colpito dal romanzo di Heinrich Mann (1871-1950) Zwishen den Rassen (1907), che racconta la tensione della protagonista tra le culture romanze e quelle germaniche. Questa è stata anche la base per il suo sonetto Vprašanje, incluso nella sua raccolta De profundis (1926), in cui si interroga sulla propria posizione intermedia tra il mondo slavo e quello latino. In quanto attraversatore di confini, Gradnik voleva creare legami tra lingue e culture, tanto che fino all’autunno della sua vita stava traducendo molte opere della letteratura mondiale accanto al suo faticoso lavoro di giudice e alla sua ricca produzione poetica. In questo contesto vanno ricordate la sua antologia della poesia italiana Italijanska lirika (1940) e le sue traduzioni di poesia friulana. Uomo al crocevia di lingue e culture, ha trovato posto nella storia letteraria slovena oltre che friulana e italiana ed è stato tradotto in italiano e friulano. Gradnik era profondamente radicato nella sua terra d’origine, le terre di confine, che espresse poeticamente nei versi della poesia Pojoča kri (1944). Possiamo concludere con l’osservazione di Oton Župančič, poeta della Moderna slovena, contemporaneo di Gradnik, che la chiave per comprendere la specificità della poesia di Gradnik risiede proprio nella sua posizione interculturale.