Alfonso Andria
INTERVENTO DELLA SECONDA SESSIONE
Potete seguire questo intervento e quello degli altri relatori della II sessione, a partire dalle ore 16.00 di giovedì 28 ottobre 2021
Il Centro Universitario Europeo per i beni culturali che ha sede a Ravello segue, mio tramite, il lavoro che sta venendo su negli ultimi tempi con grande condivisione, un metodo basato sulla conoscenza e sulla capacità di coinvolgimento che questo progetto culturale esprime da sempre.
Al Comitato vi è data una denominazione molto programmatica, io l’ho definita una sorta di manifesto: arte e cultura per l’economia, economia per la cultura e per l’arte. Proprio su questa reciprocità stiamo cercando di misurarci e intorno a questi temi, si è sviluppato anche il piano d’azione. E per questa ragione che noi, anche intorno alle questioni che riguardano la Cultura Classica Greca e Latina vogliamo sempre più portare avanti la riflessione e poi arrivare a conseguire determinati obiettivi. Noi siamo difronte a questo enorme giacimento rappresentato dalla Cultura Classica Greca e Latina, che forse giace troppo profondamente. Di qui anche la spinta di un gruppo di intellettuali, di istituzioni ma anche di decisori locali che nell’ambito di varie realtà nazionali si coalizzano per portare avanti questo genere di iniziativa. L’aspirazione è quella di cogliere qualche riconoscimento che possa rilanciare questi temi e porli all’attenzione internazionale, attraverso per esempio un riconoscimento Unesco; si sta lavorando in questo senso a un dossier di candidatura per l’iscrizione nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità della Cultura Classica Greca e Latina. Se n’è parlato per quanto riguarda la realtà Nazionale Italiana e si è anche determinata l’esigenza di metterne al corrente il Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sappiamo quanto abbia a cuore questi argomenti.
Intorno a questi temi abbiamo anche auspicato che venga istituita una giornata annuale della Cultura Classica Greca e Latina così come avviene in altre realtà del panorama Europeo.
Ci sono anche delle opportunità: a livello Europeo c’è un Fondo Unico Europeo per la Cultura cui si è fatto riferimento da parte dei relatori del Convegno di Napoli, ho aggiunto anche una considerazione relativamente ai fondi per la cultura che il PNRR assegna all’Italia: si tratta di 6 miliardi del Recovery Fund, una cifra importante per cogliere fonti di finanziamento adeguate per dare struttura a un progetto molto utile. E lo è anche perché spazia, proprio attraverso l’esperienza che ci insegna Gorizia e la sua alleanza con Nova Gorica.
Questo dialogo tra realtà che un tempo erano divise e sono state anche dolorosamente contrapposte, oggi invece questo dialogo spazia in più ambiti, ha più profili dentro di sé che poi si ritrovano anche nei documenti preparatori, negli obiettivi che sono stati posti, sono risvolti, spunti multipli che possono produrre concrete ricadute. Si parla di dialogo interculturale, inter-religioso, ci sono assaggi importanti, nel tempo più recente suggellati anche dall’incontro tra Papa Francesco e il gran Muft di Bosnia. Il valore delle diversità culturali da mettere in evidenza che è un’autentica ricchezza e proprio dalle diversità che nasce la ricchezza. Mettendo a confronto le radici culturali e e queste diversità si aumenta il potenziale di proposta e cresce il patrimonio comune di ricchezza pur nel rispetto delle identità individuali.
Per portare tutto ciò a un tema unificante nomino una parola che racchiude tutte insieme queste situazioni che ho cercato di evidenziare: la parola pace, include il dialogo, il superamento delle differenze, il tema dell’accoglienza, della fratellanza
Alfonso Andria, Centro universitario europeo per i beni culturali, Ravello